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聖フランシスコの完全な喜び Perfetta Letizia di san Francesco

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アヴェ・マリア・インマクラータ!

愛する兄弟姉妹の皆様、
聖フランシスコの完全な喜び (LA PERFETTA LETIZIA)のイタリア語版をご紹介いたします。




天主様の祝福が豊かにありますように!

トマス小野田圭志神父(聖ピオ十世会司祭)

冬のある日、聖フランシスコは兄弟レオと共に、ペルジアから天使の聖マリア修道院へ向かったが、大変な寒さでひどく苦しんでいた。

少し前を歩いていた兄弟レオを呼んで言った。

「兄弟レオよ、小さい兄弟ら(=フランシコ会の修道者たち)が全ての地で、聖性の偉大な模範を示して人々を聖徳に導くことを天主が嘉し給うたとしても、--- 良く書き留めておきなさい ---、これは完全な喜びではないのだ。」

少し行くと、聖フランシスコはもう一度彼を呼んだ。

「兄弟レオよ、小さい兄弟らが歩けぬ人を歩かせ、背骨が曲がった人をなおし、悪魔を払い、眼の見ぬ人を見えるようにし、耳の聞こえぬ人を聞こえるようにし、口の聞けぬ人に話させ、さらにもっと偉大な事でさえある、死人を4日後に生き返らせたとしても、これは完全の喜びではないのだ、と書きなさい。」

少し行くと、聖フランシスコはまた叫んだ。

「おお!兄弟レオよ、たとえ小さい兄弟らがあらゆる言語を知ったとしても、たとえ彼らがあらゆる学問に精通したとしても、たとえ彼らが全聖書を説明できたとしても、たとえ彼らが預言の賜物を持ち、彼らに未来のことを全て明らかにすることができるばかりか、全ての良心の秘密と全ての霊魂の秘密を暴くことが出来たとしても、これは完全な喜びではない、と銘記しなさい。」

数歩さらに行くと、聖フランシスコは大きな声でまた叫んだ。

「おお 兄弟レオよ、天主の小さな子羊であるおまえ! たとえ小さい兄弟らが天使の言葉を話せたとしても、たとえ彼らが星々の動きを説明することが出来たとしても、たとえ彼らが全ての植物の効果を知っていたとしても、たとえ地上のあらゆる宝が彼らの前に明らかにされたとしても、たとえ彼らが全ての鳥、全ての魚、全ての動物、人間、木々、石、根、水の様々な性質に深く熟知していたとしても、これは完全な喜びではない、と書きなさい。」  

少し後に、彼はまた叫んだ。
「おお 兄弟レオよ、たとえ小さい兄弟らが説教の賜物を持っていて、全ての未信者らをキリストの信仰へと改心させたとしても、これは完全な喜びではない、と書きなさい。」  

さて、このような話しは2マイルを歩く間ずっと続いたが、兄弟レオはひどく不思議がった。ついに聖人に尋ねて聞いた。

「父よ、お願いです。では一体どこに完全な喜びがあるのか、教えて下さい。」

聖フランシスコは答えた。

「私たちが、雨でずぶ濡れになり、寒さに震え、泥にまみれ、飢え、疲労し尽くして、天使の聖マリア修道院に到着するとしよう。修道院の玄関を叩くと、門の当番が怒って私たちにいったい誰だ尋ねるとしよう。私たちが、兄弟の二人です、と答えた後、門番は怒って、おまえが言うことは本当ではない、おまえたちは偽物だ、世間をだまし、貧しい人々から施しを取り去るためにうろつき回っている輩だ、出て行け、と言うとしよう。門番は、私たちに門を開くことを拒否し、私たちを、外に閉めだしたまま、雪と雨に晒されたまま、寒さと飢えに苦しむまま、夜がくるまでほっぽり出すとしよう。その時、私たちがこのような不正を受け入れ、怒ったり、ぶつぶつ言ったりせずに、謙遜と愛徳とを持って、この門番は私たちのことをよく知っていて、天主がそのように私たちに反対することを言わせておられるのだと信じて、忍耐強くこのような残酷と軽蔑とを受け入れるなら、おお、兄弟レオよ、これこそが完全な喜びだ、と書きなさい。

もしも、私たちがまた戸を叩くと、門番は怒って出て来て、私たちを呪って、殴って、私たちをあたかも悪しき偽物であるかのように追い出してこう言ったとしよう、出て行け、あわれな泥棒どもよ、扶養施設に行け。だがここではおまえらに食わせも泊めもせぬからな!と。もしも私たちがこれを全て忍耐強く、喜びと、愛徳とを持って受け入れるとするなら、おお、兄弟レオよ、これこそ実に完全な喜びであると銘記しなさい。

そしてもしも、寒さと飢えとにどうしても堪えられず、もう一度戸を叩き、門番を呼び、多くの涙を流しながら門を開けて私たちに身を寄せるところをくれるように、天主への愛ゆえに懇願するとしよう。こんどは彼が以前に増してさらに怒って叫んでこう言うとする、これらは、うるさいごろつきだ、やつらにふさわしいように取り扱ってやろう!彼はごつごつした棒を手にとって、私たちをずきんを持って捕らえ、私たちを地面に投げ倒し、雪の中を転がし、節くれた棒で私たちを殴り傷つけるとしよう、もしも私たちがこれらの仕打ちを全て忍耐強く、喜びを持って、私たちの聖なる主キリストの御受難を思い、キリストへの愛ゆえに私たちがその受難を分かち合うと考え、全てを堪え忍ぶなら、書きなさい、おお、兄弟レオよ、ここに、ついに、完全な喜びがあるのだ、と。
さあ、兄弟よ、結論を聞きなさい。

キリストがご自分の友人らに与える聖霊のあらゆる聖寵と全ての賜物よりもさらに上にあるものは、自分に勝ち、キリストへの愛ゆえに喜んで全ての苦しみと不正と、不快と軽蔑とを受け入れる聖寵である。何故なら、天主のその他の全ての賜物においては、私たちは何も誇ることが出来ないからだ。何故なら、それらは私たちからではなく、天主から来るものだからだ。使徒聖パウロの言葉の通り、いったいあなたのもっているもので、天主から受けなかったものがあるだろうか、もし、それを受けたのなら、なぜ受けなかったかのようにして誇るのか(コリント前4:7)。

しかし、私たちは、艱難と苦しみの十字架において、誇ることが出来る。何故なら、使徒聖パウロがまた次のように言っているとおり、私たちの主イエズス・キリストの十字架においてでなければ、私は誇らない(ガラ6:14)、と。」アーメン。



現代のイタリア語に直されたもの

Dal capitolo VIII dei "Fioretti":

Come andando per cammino santo Francesco e frate Leone, gli spuose quelle cose che sono perfetta letizia.

Avvenne un tempo che, san Francesco d'Assisi e frate Leone andando da Perugia a Santa Maria degli Angeli, il santo frate spiegasse al suo compagno di viaggio cosa fosse la "perfetta letizia".

Era una giornata d'inverno e faceva molto freddo e c'era pure un forte vento tanto che procedevano camminando l'uno innanzi all'altro e, mentre frate Leone stava avanti, frate Francesco chiamandolo diceva: frate Leone, se avvenisse, a Dio piacendo, che i frati minori dovunque si rechino dessero grande esempio di santità e di laboriosità, annota e scrivi che questa non è perfetta letizia.
Andando più avanti San Francesco chiamandolo per la seconda volta gli diceva: O frate Leone, anche se un frate minore dia la vista ai ciechi, faccia raddrizzare gli storpi, scacci i demoni, dia l'udito ai sordi, fa camminare i paralitici, dia la parola ai muti, e addirittura fa resuscitare i morti di quattro giorni; scrivi che non è in queste cose che sta la perfetta letizia.
E ancora andando per un poco san Francesco grida chiamandolo: O frate Leone, se un frate minore parlasse tutte le lingue e conoscesse tutte le scritture e le scienze, e sapesse prevedere e rivelare non solo il futuro ma anche i segreti più intimi degli uomini; annota che non è qui la perfetta letizia.
E andando ancora più avanti san Francesco chiamando forte diceva: O frate Leone pecorella di Dio, anche se il frate minore parlasse la lingua degli angeli, conoscesse tutti i misteri delle stelle, tutte le virtù delle erbe, che gli fossero rivelati tutti i tesori della terra, e tutte le virtù degli uccelli, dei pesci, delle pietre, delle acque; scrivi, non è qui la perfetta letizia.
E andando più avanti dopo un po' san Francesco chiamava il su compagno di viaggio: O frate Leone, anche se i frati minori sapessero predicare talmente bene da convertire tutti i non credenti alla fede di Cristo; scrivi non è questa la perfetta letizia.
E così andando per diversi chilometri quando, con grande ammirazione frate Leone domandò: Padre ti prego per l'amor di Dio, dimmi dov'è la perfetta letizia. E san Francesco rispose: quando saremo arrivati a Santa Maria degli Angeli e saremo bagnati per la pioggia, infreddoliti per la neve, sporchi per il fango e affamati per il lungo viaggio busseremo alla porta del convento. E il frate portinaio chiederà: chi siete voi? E noi risponderemo: siamo due dei vostri frati. E Lui non riconoscendoci, dirà che siamo due impostori, gente che ruba l'elemosina ai poveri, non ci aprirà lasciandoci fuori al freddo della neve, alla pioggia e alla fame mentre si fa notte. Allora se noi a tanta ingiustizia e crudeltà sopporteremo con pazienza ed umiltà senza parlar male del nostro confratello, anzi penseremo che egli ci conosca ma che il Signore vuole tutto questo per metterci alla prova, allora frate Leone scrivi che questa è perfetta letizia. E se noi perché afflitti, continueremo a bussare e il frate portinaio adirato uscirà e ci tratterà come dei gaglioffi importuni, vili e ladri, ci spingerà e ci sgriderà dicendoci: andate via, fatevi ospitare da altri perché qui non mangerete né vi faremo dormire. Se a tutto questo noi sopporteremo con pazienza, allegria e buon umore, allora caro frate Leone scrivi che questa è perfetta letizia.
E se noi costretti dalla fame, dal freddo e dalla notte, continuassimo a bussare piangendo e pregando per l'amore del nostro Dio il frate portinaio perché ci faccia entrare e questi, furioso per cotanta molesta insistenza, si riprometterebbe di darci una sonora lezione, anzi uscendo con un grosso e nodoso bastone ci piglierebbe dal cappuccio e dopo averci fatto rotolare in mezzo alla neve, ci bastonerebbe facendoci sentire uno ad uno i singoli nodi. Se noi subiremo con pazienza ed allegria pensando alle pene del Cristo benedetto e che solo per suo amore bisogna sopportare, caro frate Leone, annota che sta in questo la perfetta letizia.

Ascolta infine la conclusione, frate Leone: fra tutte le grazie dello Spirito Santo e doni che Dio concede ai suoi fedeli, c'è quella di superarsi proprio per l'amore di Dio per subire ingiustizie, disagi e dolori ma non possiamo vantarci e glorificarci per avere sopportato codeste miserie e privazioni perché questi meriti vengono da Dio. Infatti le sacre scritture dicono: cosa hai tu che non sia stato concesso da Dio? E se tu hai ricevuto una grazia da Dio perché te ne vanti come se fosse opera tua? Noi ci possiamo gloriare nella nostra croce fatta di sofferenze e privazioni. Sul Vangelo sta scritto: Io non mi voglio gloriare se non nella croce di nostro Signore Gesù Cristo.

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昔のイタリア語版

"Come andando per cammino santo Francesco e Frate Lione, gli espose quelle cose che sono Perfetta Letizia"

Venendo una volta santo Francesco da Perugia a Santa Maria degli Angioli con frate Lione a tempo di verno, e ‘l freddo grandissimo fortemente il crucciava, chiamò frate Lione il quale andava innanzi, e disse così: “Frate Lione avvegnadiochè li frati Minori in ogni terra dieno grande esempio di santità e di buona edificazione; nientedimeno scrivi e nota diligentemente che non è quivi perfetta letizia”. E andando più oltre santo Francesco, il chiamò la seconda volta: “O frate Lione, benché il frate Minore allumini li ciechi e distenda gli attratti, iscacci le dimonia, renda l’udire alli sordi e l’andare alli zoppi, il parlare alli mutoli e, ch’è maggior cosa, risusciti li morti di quattro dì; iscrivi che non è in ciò perfetta letizia”. Andando un poco più oltre, santo Francesco chiamava ancora forte: “O frate Lione, pecorella di Dio, benché il frate Minore parli con lingua d’Agnolo, e sappia i corsi delle istelle e le virtù delle erbe, e fussongli rivelati tutti li tesori della terra, e conoscesse le virtù degli uccelli e dè pesci e di tutti gli animali e delle pietre e delle acque; iscrivi che non è in ciò perfetta letizia”. E andando ancora un pezzo, santo Francesco chiamò forte: “O frate Lione, benché ‘l frate Minore sapesse sì bene predicare, che convertisse tutti gl’infedeli alla fede di Cristo; iscrivi che non è ivi perfetta letizia”.
E durando questo modo di parlare bene di due miglia, frate Lione con grande ammirazione il domandò e disse: “Padre, io ti priego dalla parte di Dio che tu mi dica dove è perfetta letizia. E santo Francesco sì gli rispose: “Quando noi saremo a santa Maria degli Agnoli, così bagnati per la piova e agghiacciati per lo freddo e infangati di loto ed afflitti di fame, e picchieremo la porta dello luogo, e ‘l portinaio verrà adirato e dirà: “Chi siete voi?” E noi diremo: “Noi siamo due de’ vostri frati, e colui dirà: “Voi non dite il vero, anzi siete due ribaldi ch’andate ingannando il mondo e rubando le limosine de’ poveri; andate via” e non ci aprirà, e faracci stare di fuori alla neve e all’acqua, col freddo e colla fame infino alla notte; allora se noi tanta ingiuria e tanta crudeltà e tanti commiati sosterremo pazientemente sanza turbarcene e sanza mormorare di lui, e penseremo umilmente che quello portinaio veramente ci conosca, che Iddio il fa parlare contra a noi; o frate Lione, iscrivi che qui è perfetta letizia. E se anzi perseverassimo picchiando, ed egli uscirà fuori turbato, e come gaglioffi importuni ci caccerà con villanie e con gottate dicendo: “Partitevi quinci, ladroncelli vivissimi, andate allo spedale, chè qui non mangerete voi né albergherete” se noi questo sosterremo pazientemente e con allegrezza e con buono amore; o frate Lione, iscrivi che quivi è perfetta letizia. E se noi pur costretti dalla fame e dal freddo e dalla notte più picchieremo e chiameremo e pregheremo per l’amore di Dio con grande pianto che ci apra e mettaci pure dentro, e quelli più scandolezzato dirà: “Costoro sono gaglioffi, importuni, io li pagherò bene come sono degni; e uscirà fuori con uno bastone nocchieruto, e piglieracci per lo cappuccio e gitteracci in terra e involgeracci nella neve e batteracci a nodo con quello bastone: se noi tutte queste cose sosterremo pazientemente e con allegrezza pensando le pene di Cristo Benedetto le quali dobbiamo sostenere per suo amore; o frate Lione, iscrivi che qui e in questo è perfetta letizia.

E però odi la conclusione, frate Lione. Sopra tutte le grazie e doni dello Spirito Santo, le quali Cristo concede agli amici suoi, si è di vincere se medesimo e volentieri per lo amore di Cristo sostenere pene, ingiurie e obbrobri e disagi; imperò che in tutti gli altri doni di Dio noi non ci possiamo gloriare, però che non sono nostri, ma di Dio, onde dice l’Apostolo: “Che hai tu, che tu non abbi da Dio? E se tu lo hai avuto da lui, perché te ne glorii, come se tu l’avessi da te? Ma nella croce della tribolazione e dell’afflizione ci possiamo gloriare, però che dice l’Apostolo: “Io non mi voglio gloriare se non nella croce del nostro Signore Gesù Cristo”.
A laude di Gesù Cristo e del poverello Francesco. Amen.


聖ヤコボの手紙1:2-4

“Considerate perfetta letizia, miei fratelli, quando subite ogni sorta di prove, sapendo che la prova della vostra fede produce la pazienza. E la pazienza completi l’opera sua in voi, perché siate perfetti e integri, senza mancare di nulla.”

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次が最初のバージョンとのことです。

Della vera e Perfetta Letizia

Lo stesso fra Leonardo riferì che un giorno il beato Francesco , presso Santa Maria degli Angeli, chiamò frate Leone e gli disse: "Frate Leone, scrivi" questi rispose: "Eccomi, sono pronto". "Scrivi- disse - quale è la vera letizia "
"Viene un messo e dice che tutti i maestri di Parigi sono entrati nell'ordine; scrivi: Non è vera letizia. E se ti giunge ancora notizia che i miei frati sono andati tra gli infedeli e li hanno convertiti tutti alla fede, oppure che io ho ricevuto da Dio tanta grazia da sanar gli infermi e da fare molti miracoli; ebbene io ti dico: in tutte queste cose non è la vera letizia".
"Ma quale è la vera letizia?"
"Ecco, io torno da Perugia e, a notte fonda, giungo qui, ed è inverno fangoso e così rigido che, all'estremità della tonaca, si formano dei ghiacciuoli d'acqua congelata, che mi percuotono continuamente le gambe fino a far uscire il sangue da siffatte ferite. E io tutto nel fango, nel freddo del ghiaccio, giungo alla porta e, dopo aver lungo picchiato e chiamato, viene un frate e chiede: "Chi è?". Io rispondo: "Frate Francesco". E quegli dice: "Vattene, non è ora decente, questa, di andare in giro, non entrerai". E poiché io insisto ancora, l'altro risponde:
"Vattene, tu sei un semplice e un idiota, qui non ci puoi venire ormai; noi siamo tanti e tali che non abbiamo bisogno di te".
E io sempre resto davanti la porta e dico: "Per amor di Dio, accoglietemi per questa notte".
E quegli risponde: "Non lo farò. Vattene al luogo dei Crociferi e chiedi là".
Ebbene, se io avrò avuto pazienza e non mi sarò conturbato, io ti dico che qui è la vera letizia e qui è la vera virtù e la salvezza dell'anima".


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